DIARIO DI LO

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TRAMA
Ci sono personaggi, nei romanzi, che non parlano mai, sono raccontati da altri, visti dall'esterno. Succede a tutti di avere il desiderio di sentirne la voce per poter afferrare la storia anche dal loro punto di vista. Così è successo a Pia Pera che, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, ha tirato fuori dalle pagine di un capolavoro amatissimo la coprotagonista, la Lolita di Nabokov raccontata da Humbert Humbert, e l'ha messa sulla scena del suo primo, e unico, romanzo, facendola parlare in prima persona, mostrandoci la sua versione dei fatti. Che non è quella della vittima ma di un'adolescente in rivolta contro il mondo degli adulti, che lotta con ogni mezzo - lecito o illecito - per sopravvivere nella realtà cruda in cui si trova: e quindi è seduttrice e sedotta, matura e infantile, cinica e ingenua, ribelle e idealista. Ma soprattutto è sfrontata e irriverente, demistifica ogni assoluto e ha il dono di dire sempre la verità, come solo gli adolescenti sanno fare.

RECENSIONE LIBRAIO
La storia di Lolita raccontata da Lolita. Lo fa Pia Pera in un romanzo scioccante che ha suscitato tante polemiche e non poche grane legali con gli eredi di Nabokov. È cosa per menti e penne coraggiose prendere un mito e farlo parlare, ridando vita a una storia entrata nella leggenda. Perché Lolita va oltre il personaggio letterario, è diventata un archetipo, in una dimensione fuori dal tempo. Il Diario di Lo è un’impresa riuscita, un racconto credibile da adolescente, che ti scaraventa su quel prato, con il brivido di un incontro che ha segnato l’erotismo di generazioni, e che rivivi trattenendo il fiato. Per il momento lo sbircio di traverso gli occhiali da sole: funziona. Il francese cambia subito espressione e tono e, dopo che la mamma indica con un gesto prima me, annunciandomi festosa il nome di Monsieur Guibert, e poi il giardino, lui esclama, con aria rapita "Ma che bellezza, che bellezza!" Però è me che guarda, non il giardino (..) Dolly è un’adolescente piena di sogni e ambizioni, che detesta la madre, “mammaplastica”, e cerca il consenso degli altri. È furba e ingenua insieme, provocante e consapevole della sua bellezza (io gli faccio un gran sorriso invitante, perché agli uomini la speranza non va mai tolta), ma poi ha fantasie da bambina e il suo fascino assoluto è in questa altalena; Dolly è una contraddizione, Dolly è femmina, ma soprattutto Dolly è una bambina. Pia Pera le restituisce questa dimensione e questa realtà, ristabilendo insieme la sua adolescenza negata e fa emergere l’egoismo e la prepotenza dell’adulto professore, un satiro geloso e arrapato di fronte a una ragazzina fatta dura dalla vita, seduttrice, irriverente, ribelle. Diario di Lo è scritto con una prosa diretta e lucida e non risparmia nulla, dice ogni verità e la dice bene, crudamente bene. Nelle pagine di Pia Pera Lolita diventa un’eroina bambina che si scontra con un mondo adulto insensibile e cieco, terribilmente cinico e opportunista. Scabroso al punto giusto, Diario di Lo ci regala una rivoluzionaria versione di Lolita, una versione tosta anche nei ritratti della mamma-madremerda e del professore, che da Monsieur Guibert diventa pagina dopo pagina Hummie, poi mamma Umberta, perdendo del tutto il suo fascino perverso per rivelarsi solo un vecchio avaro, sporcaccione e decadente. Ha perso il senso del pudore. Dà i primi segni di incontinenza senile. E’ orribilmente privo di dignità. Lolita rivive, e graffia forte.

ALTRE INFORMAZIONI
  • Condizione: Nuovo
  • ISBN: 9788868338459
  • Collana: SCRITTORI
  • Dimensioni: 205 x 32 x 141 mm
  • Formato: Brossura
  • Pagine Arabe: 422