Massimo Bontempelli nacque a Como nel 1878. Il padre era ingegnere ferroviario e la famiglia lo seguì nei suoi continui spostamenti: Milano, Codogno, Mortara, Chiavari, Voghera, Alessandria.
Bontempelli dopo il liceo frequentò la facoltà di lettere e filosofia di Torino. Dopo un breve periodo come professore di ginnasio, nel 1910 si trasferì a Firenze dove iniziò a lavorare redattore capo della rivista l'Acropoli e Cronache letterarie. A questo periodo risale un’abbondante produzione di poesie e racconti ancora legati alla tradizione letteraria di fine Ottocento.
Dopo la Prima Guerra Mondiale Bontempelli tornò a Milano dove entrò in contatto con le tendenze letterarie e culturali più avanzate del periodo compiendo una decisa svolta rispetto alle sue opere precedenti.
Da questo momento in poi, e fino alla fine del regime fascista,
Bontempelli diventò una figura di spicco della cultura letteraria d’avanguardia, lavorando come giornalista, scrittore e conferenziere in Italia e all'estero.
L'opera con cui egli segnò l'inizio della sua nuova opera di scrittore furono i racconti raccolti nel volume
La vita intensa (1920) seguito subito dopo da un secondo,
La vita operosa (1921).
Legati a esperimenti metafisici sono i racconti inseriti nelle raccolte
La scacchiera davanti allo specchio (1922) e
Eva ultima (Roma 1923), con i quali
Bontempelli si avvicina ai romanzi maturi, grazie alla ricerca di atmosfere magiche e rarefatte e alla descrizione di psicologie bizzarre ed eccezionali.
Fondatore e direttore della rivista 900, Bontempelli cercò di innovare la cultura italiana del periodo rimanendo in costante contatto con i movimenti avanguardisti degli altri paesi europei e in particolare i surrealisti.
Nel 1938 Bontempelli si allontanò dal regime e fu sospeso da ogni attività di giornalista e di scrittore. Dopo la guerra tentò di dar vita a una nuova fase della sua attività, impegnata questa volta in senso direttamente civile e antifascista. Eletto al Senato nelle liste del blocco elettorale delle sinistre la sua elezione fu invalidata nel 1950 per la sua passata adesione al fascismo.
Gli ultimi anni di
Bontempelli furono tristi, per la vecchiaia e l'isolamento in cui lo scrittore e la sua opera erano caduti. Una consolazione gli venne grazie all'assegnazione del premio Strega per
L'amante fedele (1953), una raccolta di racconti già pubblicati nell’immediato dopoguerra.
Morì a Roma il 21 luglio 1960.