La Storia è un grande romanzo aperto e indeciso e noi ne siamo autori e attori sul palco del pianeta terra e dintorni. Dove andremo, e dove andranno i figli e i nipoti, dipende da come scriviamo e scriveremo le nostre storie di vita. Bonfantini e Veca dialogano. Il primo vuole il 'socialismo ecologico'. L'altro mira a un'utopia più 'ragionevole'. Ma Franzini osserva che sono le invenzioni realiste dei romanzi della letteratura che aiutano le narrazioni della Storia 'vera'. Per sentire il gusto pieno della Storia e capirla ci vogliono la detection narrativa e le autobiografie, sostengono Perissinotto, Bolocan, Infantino e Carlo Bonfantini. Il dialogo fra autore ed eroe, e fra i personaggi, è essenziale secondo Bachtin, ci spiegano Petrilli e Ponzio. Ma le narrazioni sono storie e non fole anche quando progettano e raffigurano il futuro e il possibile - ci insegnano Proni, per la fantascienza, e una felice e coinvolgente dozzina di autori, con le loro audaci ed esemplari abduzioni. Sono philosophes (Zingale, Cimatti, Facchi, Macciò, Renzi, Terenzi), storici molto speciali (Zazzi e Cecconi), poeti della parola e/o del suono (Stocchi, Malvinni, Bortolotti, Cappelletti).