UFFICIALE E GENTILUOMO

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TRAMA
All'inizio del Novecento, il lungo processo di sedimentazione della civiltà borghese, fatta di contenimento degli istinti, rispettabilità e precise regole di comportamento, sembrava aver raggiunto il culmine. Allo stesso tempo, però, la professione militare, l'orgoglio nazionale e la retorica bellica occupavano un posto fondamentale, e di lì a poco quella società sarebbe caduta nel baratro della prima guerra mondiale, con le trincee, i gas, la violenza e lo choc di una disumanizzazione di massa come non se ne erano mai viste. Lorenzo Benadusi indaga questo apparente paradosso tra "civilizzazione" (seguendo Norbert Elias) e "brutalizzazione" (seguendo George Mosse) nell'Italia monarchica, coloniale e poi impegnata nella Grande Guerra, puntando l'attenzione sull'educazione del maschio borghese, sul ruolo degli ufficiali e sulla compenetrazione tra virtù civili e valori militari. Dalle avventure coloniali ai massacri del Carso, dalla missione nazionalizzatrice e civilizzatrice delle armi e delle armate italiane al contraccolpo della smobilitazione e della "vittoria mutilata", tutta una costellazione di pratiche, miti, retoriche della mascolinità, dell'onore e dell'eroismo veniva a formarsi, in una fucina che in parte forgerà anche l'ideale dell'uomo nuovo fascista.
NOTE EDITORE
All'inizio del Novecento, processi di lungo periodo nello stabilire regole di comportamento, di rispettabilità, di socialità della cosiddetta "civiltà borghese" sembravano al culmine. Allo stesso tempo, si trattava di una società in cui la professione militare, l'orgoglio nazionale e la retorica della guerra occupavano un posto fondamentale – di una società che stava correndo verso il baratro della Prima guerra mondiale, con i gas, le trincee e lo shock di una disumanizzazione di massa come non se ne erano mai viste. Lorenzo Benadusi indaga questo apparente paradosso tra "civilizzazione" (seguendo Norbert Elias) e "brutalizzazione" (seguendo George Mosse) nell'Italia monarchica, coloniale e poi impegnata nella Grande guerra, puntando l'attenzione dello storico sull'educazione morale e civile del maschio borghese. Dalle avventure coloniali ai massacri del Carso, dalla missione civilizzatrice delle armi e delle armate italiane al contraccolpo della smobilitazione e della "vittoria mutilata", tutta una costellazione di pratiche, miti, retoriche della mascolinità, della rispettabilità e del valore veniva a formarsi attraverso la lente del militarismo e della funzione militare, in una fucina che in parte forgerà anche l'ideale dell'uomo nuovo fascista. Uno sguardo del tutto innovativo alla formazione della borghesia italiana, passata attraverso un militarismo che avrebbe dovuto fornirle un nerbo, che però si infrange nell'esperienza del fronte e delle trincee, dove la rispettabilità borghese appresa a scuola e in famiglia e quella in uniforme appresa in caserma sembrarono a molti del tutto inutili per rimanere in equilibrio sull'orlo dell'abisso.

PREFAZIONE
"Di fronte all'evidente ritardo nel fare gli italiani era l'esercito, ancor più della scuola, ad apparire l'istituzione più adatta per plasmare la coscienza di una borghesia che avrebbe potuto adempiere responsabilmente al proprio ruolo sociale solo attraverso l'educazione alla disciplina."

AUTORE
Lorenzo Benadusi (Roma, 1973) insegna Storia contemporanea all'Università di Bergamo, si occupa di storia del giornalismo e di storia di genere, con particolare attenzione all'Italia liberale e fascista. Su questi temi, oltre a numerosi saggi, ha pubblicato recentemente con Giorgio Caravale, Sulle orme di George L. Mosse (Carocci, 2012) e con Simona Colarizi, 1911. Calendario italiano (Laterza, 2011). Per Feltrinelli ha pubblicato Il nemico dell'uomo nuovo (2005).

ALTRE INFORMAZIONI
  • Condizione: Nuovo
  • ISBN: 9788807111419
  • Collana: STORIE
  • Formato: Brossura
  • Pagine Arabe: 400