LENIN, STALIN, TOGLIATTI - La dissoluzione del socialismo italiano.

TRAMA

Nel 1919 il Partito socialista italiano era la principale forza del Paese, votata da un terzo degli elettori. Nel giro di soli due anni questo straordinario patrimonio politico andò disperso a causa dei contrasti tra la componente riformista e quella massimalista, culminati nella scissione di Livorno del 1921, che portò alla nascita del Partito comunista d'Italia. Una divisione drammatica, che trascinò verso il baratro tutte le forze democratiche, favorendo l'ascesa del fascismo. Per spiegare le origini di quell'"errore irrecuperabile", Giancarlo Lehner, avvalendosi anche della documentazione inedita raccolta la Francesco Bigazzi, prende le mosse dagli storici eventi che sconvolsero la Russia nel 1917, quando, sotto la guida di Lenin, si impose l'estremismo dei bolscevichi, pronti ad annientare senza pietà dapprima la resistenza del potere zarista, poi tutte le voci non allineate. Una linea ulteriormente rafforzata da Stalin, con cui giunse a pieno compimento l'instaurazione di un regime autoritario e epressivo, che, attraverso la Terza Internazionale, estese i suoi tentacoli su tutti i partiti "fratelli" degli altri Paesi. Lontana dall'essere uno strumento di dibattito e confronto paritario, l'Internazionale Comunista, attiva dal 1919, si caratterizzò infatti come semplice cinghia di trasmissione delle decisioni prese a Mosca. E fu proprio il Komintern a dare impulso alla scissione di Livorno che dilaniò il Psi...

NOTE EDITORE

In questo lavoro Lehner ricostruisce gli sviluppi della Terza Internazionale sottolineando il 'lato oscuro' del bolscevismo e insistendo sulle efferatezze commesse dai seguaci di Lenin e di Stalin dapprima nel consolidare il loro potere nella declinante Russia zarista, successivamente nell'annientare ogni voce non allineata. La narrazione, sempre supportata da testimonianze precise e appropriate, prende avvio dagli avvenimenti di quel fatidico 1917 e illumina in particolare i rapporti tra la Terza Internazionale e gli esponenti di spicco del Partito Comunista d'Italia. L'autore indaga sugli italiani che parteciparono a quella esperienza e racconta le loro storie, i contrasti interni. Grazie a documenti d'archivio e testimonianze inedite Lehner confuta la tesi che i comunisti italiani nulla sapessero dei crimini e delle purghe staliniane. I massimi dirigenti del partito furono complici e accolsero nella totale indifferenza la strage di milioni di innocenti, la cui unica colpa fu di non aderire a un'ideologia liberticida.

ALTRE INFORMAZIONI

• Condizione: Nuovo
• ISBN: 9788804641278
• Collana: SAGGISTICA
• Dimensioni: 223 x 43 x 151 mm
• Formato: Rilegato
• Pagine Arabe: 360