• Genere: Libro
  • Lingua: Italiano
  • Editore: Adelphi
  • Pubblicazione: 10/2014

IL LIUTO E LE CICATRICI

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TRAMA
Le sei narrazioni qui raccolte, a cui si aggiunge un breve scritto, "A e B", che funge quasi da metafora ed "epilogo lirico" per l'intera opera di Kis, sono state ritrovate dopo la morte dello scrittore fra i manoscritti inediti. Alcuni testi, come il racconto che dà il titolo al libro - l'unico di ambientazione belgradese -, sono autobiografici, altri fanno rivivere personaggi celebri della letteratura centroeuropea, intrecciando vicende immaginarie con fatti storicamente attestati, secondo il modello del "documento-finzione". Emergono così da un passato più o meno recente le figure di Odón von Horvath e di Endre Ady (Il senza patria), di Ivo Andric (Il debito), di Piotr Rawicz (Jurij Golec), mentre l'ombra di Sinjavskij si allunga sul racconto-sogno del "Maratoneta". Le storie di questo libro, molte delle quali inizialmente destinate all'"Enciclopedia dei morti", come suggerisce Mirjana Miocinovic nelle note critiche, nascono sotto il segno dei drammi epocali del secolo XX, quelli che hanno profondamente segnato Kis ispirandone l'opera: l'oppressione dei regimi totalitari, i destini delle vittime - immersi nell'oblio -, l'amarezza dell'esilio, lo sradicamento e la tristezza di chi sopravvive a tragedie silenziose, l'amore angoscioso per gente senza nome e senza tomba. Ma su tutto incombono i due temi privilegiati da Kis - quello della morte e quello della scrittura, strettamente congiunti.
NOTE EDITORE
Le storie di questo libro nascono sotto il segno dei drammi epocali del secolo XX, quelli che hanno profondamente segnato Kiš ispirandone l'opera: l'oppressione dei regimi totalitari, i destini delle vittime – immersi nell'oblio –, l'amarezza dell'esilio, lo sradicamento e la tristezza di chi sopravvive a tragedie silenziose, l'amore angoscioso per gente senza nome e senza tomba. Ma su tutto incombono i due temi letterari privilegiati da Kiš, quello della morte e quello della scrittura, strettamente congiunti: la morte come coincidenza allegorica o come atto volontario quanto emblematico; la scrittura come supremo scongiuro contro le tenebre, il nulla – e come unica forma di sopravvivenza. Le sei narrazioni qui raccolte, a cui si aggiunge un breve scritto, A e B, che funge quasi da «epilogo lirico» per l'intera opera di Kiš, sono affiorate dopo la morte dello scrittore fra i manoscritti inediti.

PREFAZIONE
«Fra tutti gli scrittori della mia generazione che abitavano a Parigi negli anni '80, Kiš era forse il più grande» (Milan Kundera).

AUTORE
Danilo Kiš (1935-1989), uno dei massimi scrittori del Novecento europeo, nacque a Subotica, in quello che allora era il Regno di Jugoslavia. Studiò letterature comparate all'Università di Belgrado ed esordì come scrittore nel 1962 pubblicando due racconti. Nel 1973 ottenne il prestigioso premio NIN con il suo primo romanzo, Clessidra, benché fin dall'inizio la sua opera fosse osteggiata dal regime. A questo riconoscimento seguirono numerosi altri premi, nazionali e internazionali. Traduttore dal francese, russo e ungherese, insegnò lingua e letteratura serbo-croata in varie università francesi. Negli ultimi dieci anni visse a Parigi. Le sue opere sono pubblicate da Adelphi.

ALTRE INFORMAZIONI
  • Condizione: Nuovo
  • ISBN: 9788845929236
  • Collana: PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI'
  • Formato: Brossura
  • Pagine Arabe: 157
  • Traduttore: Badnjevic D.


COMMENTI
30/06/2017 di livio.daniela libro interessante, scrittore ben noto ed amato