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TRAMA
Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto colora ogni aspetto della loro vita quotidiana, dalle strade che sono autorizzati a percorrere, alle scuole che le loro figlie, Abir e Smadar, frequentano, ai checkpoint. Sono costretti senza sosta a negoziare fisicamente ed emotivamente con la violenza circostante. Come l'Apeirogon del titolo, un poligono dal numero infinito di lati, infiniti sono gli aspetti, i livelli, gli elementi di scontro che vedono contrapposti due popoli e due esistenze su un'unica terra. Ma il mondo di Bassam e di Rami cambia irrimediabilmente quando Abir, di dieci anni, è uccisa da un proiettile di gomma e la tredicenne Smadar rimane vittima di un attacco suicida. Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si riconoscono, diventano amici per la pelle e decidono di usare il loro comune dolore come arma per la pace. Nella sua opera più ambiziosa, Colum McCann crea Apeirogon con gli ingredienti del saggio e del romanzo, e ci dona un racconto nello stesso momento struggente e carico di speranza.RECENSIONE LIBRAIO
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Spezzati dallo stesso dolore, quella della morte delle loro figlie, Smadar e Abir. Rami e Bassam viaggiano il mondo, si raccontano, e i loro discorsi, sempre uguali, sempre diversi, raggiungono le persone, le confondono, le turbano, le emozionano. Perché questi due padri accomunati da una ferita indicibile, sono un israeliano e un palestinese. E le loro parole sono un’arma di pace. Apeirogon è un libro non lineare, costruito come il poligono da cui prende il titolo: un numero infinitamente numerabile di lati, dove ogni punto dell’insieme è raggiungibile. Ogni cosa è possibile, anche la più impensabile. Come costruire la pace parlando. Un insieme poliedrico di racconti, costruito in piccoli frammenti, micronarrazioni, lati che si susseguono, fino a 500 brevi capitoli per poi ricominciare la numerazione al contrario, dopo un capitolo ponte. Apeirogon è un infinito possibile, prismatico, una Mille e una notte di dolore e pace, costantemente mutevole, racconti per scongiurare la morte, una meravigliosa complessità che perde i suoi angoli, i segmenti, le asperità, e diventa un cerchio, paradigma della pura simultaneità delle cose di Borges. Inizia con le colline di Gerusalemme immerse nella nebbia, si conclude con le colline di Gerico immerse nell’oscurità: in questa circolarità si fondono le storie di Rami, l’israeliano designer, gerosolomitano di settima generazione, un laureato dell'Olocausto, e quelle di Bassam, palestinese, nato in una grotta a Hebron, imprigionato per sette anni. Ma trovano posto anche fotogrammi diversi, alcuni brevissimi: la descrizione di uccelli migratori, nozioni di balistica, Einstein e Borges, la crocefissione di Cristo, il progetto di abbellimento propagandistico del campo di Theresienstadt, il funambolo Philippe Petit su una fune nella valle dell’Hinnom, l’ultima cena di Mitterand, gli atleti di Monaco. Il risultato è un caleidoscopio vivissimo, un catalogo di vita fatto di schegge e strati, che ci insegna che il dolore può essere raccontato. “Se dividi la morte per la vita troverai un cerchio.” In una terra in cui la geografia è tutto, familiare a confini, checkpoint e blocchi di cemento, l’irlandese Colum McCann che è nato in una terra divisa, familiare ai muri, ci mette in mano una storia di dialogo e di speranza, dove la potenza del dolore diventa parola e ascolto. Membri dell’Associazione Parent’s Circle, che riunisce “compagni di lutto”, palestinesi e israeliani che hanno perduto persone care durante il conflitto, né vincitori né vinti, Rami e Bassam sono consapevoli che le loro parole sono importanti, che “non finirà finché non ne parliamo”. Si appoggiano, si sostengono, viaggiando insieme, separandosi solo quando le strade li conducono nelle zone loro riservate, Rami sulla sua motocicletta, Bassam sulla macchina con un faro rotto, un cenno di saluto, un impegno che affonda in quel dolore comune, in un credo simile nella riconciliazione. Smadar, uccisa nel 1997 a 13 anni in un attentato di tre kamikaze palestinesi, Abir, 10 anni, raggiunta da un proiettile sparato da un soldato israeliano nel 2007 mentre comprava caramelle fuori da scuola: morte a distanza di dieci anni, le figlie di Rami e Bassam sono sorelle nelle parole dei padri, in un racconto di liberazione e catarsi. La morte delle loro figlie ha anche ucciso la paura dei padri, liberando una voce scevra dall’odio, potente. “Smadar. Dal Cantico dei Cantici. Il grappolo della vigna. Il fiore che si schiude. (…) Abir. Dall'arabo antico. Il profumo. La fragranza del fiore.” Apeirogon è un libro fuori da ogni categorizzazione, universale, come il dolore, come la speranza. Ascoltare il dolore altrui è una chiave essenziale, l’unica via possibile di umanità. la narrazione è un passo importante per un processo di pacificazione possibile. E se il principio della tecnica narrativa è da sempre Show don’t Tell, Colum McCann ha una sola regola nella sua architettura geometrica a metà tra finzione e realtà, senza retorica e ipocrisia: Feel. Apeirogon non si legge, si sente con il cuore.ALTRE INFORMAZIONI
- Condizione: Nuovo
- ISBN: 9788807896576
- Collana: UNIVERSALE ECONOMICA
- Formato: Brossura
- Pagine Arabe: 528
- Traduttore: Magrì M.