«... Ca' Brütta è un edificio che si "guarda" ancora, e questo non avviene più per molti suoi contemporanei» ha scritto Giovanni Muzio. «Ma, pur riempiendomi di soddisfazione, è un'opera di compromesso (nel senso migliore della parola); non è un'opera architettonica che identifica un archetipo: rappresenta la fine di un certo periodo, e appartiene a una forma, non di eclettismo, ma di composizione frammentaria. In essa vi sono parti che ancora mi soddisfano: l'assoluta sicurezza e la pulizia con cui ogni elemento entra nel linguaggio architettonico...». «A cantiere aperto, Giovanni Muzio decise di risiedere in Ca' Brütta, dove ha poi vissuto per tutta la vita» scrive Giovanni Tomaso Muzio, responsabile Archivio Muzio. «Quella casa che non è un palazzo, per Muzio, non ha mai costituito l'eccezione così come è apparso agli occhi degli altri nel 1922. Ma, semplicemente, la sintesi naturale, la fine di un primo processo di ricerca verso un'idea di architettura in dialogo con la città». «L'abbiamo chiamata "Operazione Ca' Brütta", un invito a un gruppo di trenta fotografi milanesi o comunque residenti a Milano che hanno accettato di misurarsi con il racconto di un edificio "nobile" cittadino» scrive Giovanna Calvenzi. «Quasi tutti la conoscevano, pochissimi ne conoscevano la storia, tutti ne erano o ne sono rimasti affascinati. Gli autori hanno esperienze diverse, interessi diversi, cronologie differenti ed è con questo spirito che sono stati coinvolti: per avere una sorta di esercizio di visione individuale che nella somma delle immagini si traducesse in una lezione di visione. Ray Banhof, Giorgio Barrera, Settimio Benedusi, Gianni Berengo Gardin, Riccardo Bucci, Maurizio Camagna, Luca Campigotto, Marina Ballo Charmet, Marisa Chiodo, Sabina Colombo, Luca Contino - Alessandra Ferrazza, Cristina Fiorentini, Giovanni Gastel, Giovanni Hänninen, Marco Introini, Cosmo Laera, Delfino Sisto Legnani, Davide Monteleone, Gianni Nigro, Cristina Omenetto, Simona Pesarini, Matteo Piazza, Pietro Privitera, Efrem Raimondi, Francesco Radino, Laura Rizzi, Claudio Sabatino, Alessandro Scotti, Toni Thorimbert, Paolo Ventura hanno quindi liberamente interpretato Ca' Brütta, raccontandola nei dettagli, nei totali, nei colori, creando, come si sperava, un saggio delle molte possibili interpretazioni che la fotografia contemporanea offre».