Esiste nell'Ottocento francese una folta schiera di poeti, alcuni dei quali protagonisti assoluti della "rivoluzione" poetica europea (si pensi a Nerval, Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Rimbaud, Apollinaire) che scelgono deliberatamente di "stare all'opposizione", sia sul piano formale che su quello dei contenuti, rispetto ai codici e alle norme costitutive della tradizione lirica occidentale. Il loro essere "poeti-contro" si esprime perciò non solo nella scelta di un lessico e di una metrica nuova, non solo nel dialogo polemicamente "diretto" col lettore, ma anche nel privilegio accordato all'indignazione civile, ad un programma etico ed esistenziale "alternativo", a scelte comportamentali provocatorie, ad esempio nei confronti del codice normativo della sessualità. In quest'antologia Guido Davico Bonino, attraverso una scelta molto rigorosa nel repertorio di una cinquantina di poeti, per un insieme di oltre cento liriche, ha inteso documentare il lavoro "alternativo" di questi scrittori, che ha influenzato a sua volta quello di molti nostri contemporanei, come - per limitarsi ad un esempio - quello delle neoavanguardie del secondo Novecento.