In che modo è possibile parlare di élite in una realtà come Lodi e attraverso quali veicoli esse si mantengono, si rafforzano oppure si indeboliscono nel corso dei secoli? Il presente volume collettaneo affronta questo problema analizzando il rapporto tra famiglie e istituzioni fra età moderna e contemporanea. Il libro descrive così una pluralità di soggetti che attraverso la creazione e in seguito il controllo delle istituzioni costruiscono reputazioni e nutrono ambizioni, generando modelli diversi di cittadinanza. Dall'analisi, i gruppi di vertice risultano molto dinamici e presentano destini mobili: possono rafforzare il loro potere e la loro ricchezza ma anche perderli. La metodologia è stata dunque quella di focalizzarsi sulle strategie e le pratiche sociali piuttosto che inseguire un'inafferrabile identità di ceto, oppure un altrettanto sfuggente cultura complessiva. In particolare, gli autori si soffermano sui veicoli adottati dalle élite per definire la propria posizione: si parte dall'analisi dei benefici tra Sette e Ottocento, fondamentale per comprendere l'uso della religione come sistema di affermazione ma anche di reclutamento; per arrivare fino alle moderne casse rurali e alla rappresentanza politica, in un discorso che abbraccia anche il Novecento.