La città è uno dei modi, il modo urbano, che l'uomo ha, e ha avuto, di appropriarsi e profittare ai propri fini insediativi dell'uso del suolo. Ve ne sono stati, e tuttora ve ne sono, altri. Ma, a sua volta, il termine "città" ha significati differenti a seconda delle civiltà e della fase storica cui ci si riferisce. Qui si fa riferimento alla "città occidentale", e al suo divenire nel tempo nelle molte e pur differenti aree geostoriche nelle quali essa è apparsa e si è imposta. Intendendosi per "occidente" non certo il limitato ambito geografico e nemmeno i contesti sociologici suggeriti da quel termine; dando invece a quel concetto un significato assai più ampio e, per certi versi, convenzionale e simbolico. E cioè la sedimentazione del divenire di fasi ed esperienze di quell'omogeneo e omologato sistema, fatto di forme insediative, di pensiero, di forme culturali e artistiche, di stili di vita, cui oggi alludiamo quando parliamo di "occidente". In questo volume l'argomento viene tratteggiato a partire dal modo con il quale il concetto "città" compare nei testi biblici e nelle leggende mesopotamiche, e dalle forme in cui esso si è poi storicamente materializzato e sviluppato sino alla fine (1492 d.C.) di quella fase che per convenzione storiografica viene indicata come Medioevo. Con due ulteriori specificazioni. La prima è quella che attiene alla partizione dell'impero romano nelle due sue rispettive parti di oriente e di occidente.