Attraverso un'insolita interpretazione del Mercante di Venezia, l'autore ci fa scoprire uno Shakespeare politico e molto sensibile al dibattito sull'influenza dei banchieri stranieri che tra Cinquecento e Seicento ferveva nell'Inghilterra governata dai Tudor. Il personaggio principale di questa brillante tragicommedia non è il feroce usuraio Shylock, né il pallido mercante Antonio, ma Porzia, la vera eroina della storia, che impartisce alla regina Elisabetta una magistrale lezione sull'arte del governo. Il mercante diventa così un modello per sconfiggere la malvagità dell'usura grazie all'intelligenza di una donna che possiede la virtù e ha il coraggio e la giusta intuizione per intervenire in una situazione in cui il potere maschile mostra tutta la sua inadeguatezza. Questa lettura controcorrente, sostenuta da un'attenta ricostruzione storica ed economica del periodo, analizza l'opera nel contesto delle accese discussioni politiche che, prendendo la Repubblica di Venezia a modello, nel secolo successivo avrebbero trasformato l'Inghilterra nella regina dei mari.