Seguendo le tracce di una viaggiatrice inglese archetipica nel Levante del primo Ottocento per scriverne la biografia, l'autrice inizia un appassionato, fecondo percorso nella lingua araba e nella civiltà islamica, proprio nel periodo in cui, crollate le torri gemelle per un attentato ancora misterioso, il mondo musulmano viene demonizzato nei media che a sproposito gridano al "conflitto di civiltà". Conflitto che l'autrice nega con forza, ritenendo che ogni vera civiltà sia multiculturale, che per le espressioni dello spirito umano, per l'umanesimo, non vi siano frontiere di sorta, e cercando gli spazi che per secoli sono stati comuni e condivisi tra Oriente e Occidente. È un viaggio, descritto in questo testo, nei luoghi, nei libri, nelle storie, e arricchito dagli incontri con rifugiati musulmani in un ambulatorio di una città del Nord-est veneto.