"Non dimenticar le mie parole" scrive Alfredo Bracchi su musica di Giovanni D'Anzi. È una consueta canzone d'amore o vi si nasconde la speranza del paroliere che si faccia attenzione al testo? Franco Clivio compone un garbato saggio, piacevolmente discorsivo, sulla musica leggera degli anni Trenta Cinquanta, specchio di due periodi storici e sociali fondamentali per l'Italia. Ampio spazio è dedicato ai testi delle canzoni, tanto da farne quasi un'antologia tematica. Nei ricordi che ci portiamo dentro per tutta la vita c'è più d'una canzone legata ad un incontro, ad un momento lieto, ma anche ad una delusione. Risentendo quelle note e quelle parole la nostra mente ci fa rivedere, come in una sequenza filmica, episodi vissuti, momenti particolari, che pensavamo solo nostri. Basta un verso, una frase a suggerirci un motivo che continua ad essere presente, che fa parte del nostro modo di vivere. Le canzoni sono un appuntamento e una compagnia inseparabile. È giusto ricordare quelle "sempreverdi" che hanno superato indenni la difficile prova del tempo e costituiscono un vero archivio della memoria, emotiva e culturale.