Questo libro è composto da quattro racconti; nel primo l'autore ipotizza, paradossalmente, che un rappresentante dello Stato, un magistrato milanese alle prese con collaboratori di giustizia (comunemente chiamati pentiti), trovi il coraggio di voler processare se stesso, violando la regola non scritta che impone allo Stato di non giudicarsi. Negli altri tre racconti, tutti ambientati in Messico, l'autore, presente in più ruoli ma sempre riconoscibile dal lettore, si mette in gioco senza nascondere le sue debolezze, i suoi egoismi e le sue velleità. Con una grossa dose di autoironia e un silenzioso coraggio recita anche ruoli meschini portando alla luce, senza eluderli, egocentrismi che spesso si preferirebbe non affrontare.