Disegnato da Italo Lupi e affidato ai maggiori studiosi di Medardo Rosso, il volume fa il punto sul complesso rapporto dell'innovativo artista torinese con la pratica della copia dall'antico. Il catalogo accompagna una mostra che nasce dal desiderio di approfondire un aspetto poco indagato dell'arte di Rosso, offrendo l'occasione per presentare una selezione diversificata di opere, scultoree e fotografiche, che documentino l'intera vicenda dell'artista ma anche una riflessione ampia sulla scultura e la pratica della copia dall'antico tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del secolo breve. La scelta di ordinare per temi le opere di Medardo Rosso esalta il lessico affascinante di questo artista innovatore, che esercitò un'originale e feconda influenza sull'arte del XX secolo. Come avviene per alcuni grandi pittori e scultori tra Otto e Novecento (si pensi in particolare a Degas e Brâncu?i), le fotografie di Rosso non hanno solo un valore documentario ma sono anch'esse occasione di uno studio sulla materia e sulla luce, ormai svincolato dal confronto col vero. I saggi di Francesco Stocchi Paola Zatti, Scharlotte Schreiter e Paola Mola mettono in risalto la sperimentazione continua che caratterizza le opere dell'artista e, al tempo stesso, i suoi legami con la scultura antica, che si concretizza nell'esecuzione di oltre venticinque copie dall'Antico e che è vista come tappa imprescindibile di un processo evolutivo.