Venezia, 1355. Il doge Marino Faliero viene giustiziato per tradimento dopo un regolare processo. Ma quale ragione ha spinto un nobile di antica famiglia, arrivato al vertice del potere, a ordire una congiura contro il governo della sua patria? È a questa domanda che intende rispondere Faliero, mentre ripercorre gli eventi salienti della sua vita: quella pubblica, spesa al servizio della Serenissima, e quella privata. Una vita interessante che, come racconta, lo ha portato a essere testimone di eventi di grande importanza nella storia della Repubblica e a ricoprire diverse cariche, fino a quella di doge. Prestigiosa, ma ormai priva di un reale potere. Faliero si sofferma sul suo malcontento per la gestione degli affari di stato a Venezia, che si riflette in quello dell'amico e scultore Filippo Calendario, al punto che i due danno vita a un piano concreto per sovvertire l'ordine costituito e impadronirsi del potere. In queste pagine Gian Pietro Casadoro, confratello della Scuola Grande di San Rocco, fa rivivere il più famoso doge di Venezia, mostrandoci tanto la figura pubblica quanto l'uomo privato.