«"Lo sbrego" è nato dalle sollecitazioni di un caro amico ed è stato scritto di slancio e per ispirazione costante. Ne è venuta fuori una piccola cosa estemporanea dalla forma inventata e ribelle a ogni definizione, uno scandaglio su tessuto vivo, una sorta di romanzo autobiografico e di irregolare percorso di iniziazione attraverso gli scrittori e le scrittrici che sono stati vicini alla mia mente e al mio cuore nei difficili anni della mia vita di scrittore e di uomo, ma anche gli storici e i poeti antichi, i pensatori, gli artisti, le sante e altre persone che ardono, le figure imprigionate nei libri incontrate ed elette durante le mie letture solitarie e trattate come persone viventi avvicinate e abbracciate attraverso il tempo e lo spazio. Il libro, uscito una prima volta una quindicina di anni fa e ormai introvabile, viene ora riproposto senza modificare e correggere niente, se non piccole imperfezioni e refusi. Rileggendolo adesso in vista della nuova pubblicazione, ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a una cosa scorticata, appassionata, indifesa, ma anche prefigurativa, irradiante, piena di disperata energia, di delicatezza, di abbandoni estremi, di scatenato divertimento e persino di gioia.» (A. M.)