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saunders george - lincoln nel bardo

LINCOLN NEL BARDO


1 stelle su 5 1 recensioni presenti


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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Feltrinelli

Pubblicazione: 08/2017





Trama

Febbraio 1862, la Guerra civile è iniziata da un anno, e il presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, è alle prese con ciò che sta assumendo tutti i contorni di una catastrofe. Nel frattempo Willie, il figlio prediletto di undici anni, si ammala gravemente e muore. Verrà sepolto a Washington, nel cimitero di Georgetown. A partire da questa scheggia di verità storica - i giornali dell'epoca raccontano che Lincoln si recò nella cripta e aprì la bara per abbracciare il figlio morto - Saunders mette in scena un inedito Aldilà romanzesco popolato di anime in stallo. Il Bardo del titolo, un riferimento al «Libro tibetano dei morti», allude al momento di passaggio in cui la coscienza è sospesa tra la morte e la prossima vita. È questo il limbo in cui si aggirano moltitudini di creature ancora troppo attaccate all'esistenza precedente, come Willie, che non riesce a separarsi dal padre, e il padre, che non riesce a separarsi dal figlio. Accompagnati da tre improbabili guide di ascendenza dantesca, assisteremo allo sconvolgimento prodotto nel mondo di queste anime perse dall'arrivo di Willie Lincoln, che è morto e non lo sa, e di suo padre, il presidente, che è come morto ma deve vivere per il bene del proprio paese. Sentiremo le voci - petulanti, nostalgiche, stizzose, accorate - degli spiriti e il controcanto della storia. Leggeremo nei pensieri di Lincoln e nella mente di suo figlio, uniti da un amore che trascende il dolore e il distacco fisico. Il romanzo si svolge in una sola notte, eppure abbraccia le epoche e arriva fino a noi, spaziando in un territorio dove tutto è possibile, dove la logica convive con l'assurdo, le vicende vere con quelle inventate, dove tragedia e farsa non sono due categorie distinte e separate ma un'unica realtà indifferenziata e contraddittoria, che proprio per questo appare spaventosa e viene negata. Come si può vivere, amare e compiere grandi imprese, sapendo che tutto finisce nel nulla?




Recensione Libraio

È uno sgomento pieno di parole quello che affolla la terra di mezzo tra la vita vissuta e il dopo che attende, oscuro, indecifrabile. È il Bardo della filosofia tibetana, un limbo dove i morti non sanno di esserlo, si credono malati, dentro casse da malati. Legati ancora alle azioni e ai sentimenti di quando erano vivi, ognuno alla sua storia, incapaci del distacco, in stallo.
Nel Bardo arriva un bambino, il figlio di Abramo Lincoln, morto di febbre tifoide mentre alla Casa Bianca si svolgeva un elegante ricevimento. Con la sua giacchetta, la camicia coi risvolti fuori, bianco come la porcellana, il piccolo si aggira tra gli sventurati, senza pace, in attesa che suo padre arrivi a prenderlo, per riportarlo a casa.
E Lincoln arriva davvero, stravolto dal dolore, sconvolto al punto da aprire la bara e abbracciare il corpo del figlio, imbalsamato come si usava allora. Il legame padre e figlio, che non si può spezzare, si fa pianto a due voci, e allunga il tempo dell’incertezza, della precarietà, in un dialogo impossibile. Il padre rassicura il figlio, lo vuole proteggere anche da morto; il bimbo si affanna attorno a lui, invisibile, alla ricerca di un contatto che non può esserci. Anime che non possono separarsi, e restano attaccate nel dolore. E noi in grado di guardare nel cuore di entrambi, del piccolo Willie e del suo papà, uomo e non presidente, e di assistere alla loro redenzione. Insieme a noi tutto il coro delle anime perse che ancora anelano a vivere, a completare quello che hanno lasciato, l’educazione dei figli, l’amore per una moglie, la sensualità che non hanno fatto in tempo a conoscere, perché tutto si è interrotto, e loro sono lì, bloccate, incapaci della consapevolezza del loro stato, incapaci di andare.
Tante voci, tutte insieme, frammentate e dolenti, in una ballata che non è romanzo, ma molto di più, diventa poesia. Pensieri e racconti, stralci di storia e invenzione: tutto insieme, tutto mischiato in un mosaico che priva la lettura di logica, e la consegna solo al sentimento, in una formula lirica dove trova spazio l’ironia, accanto alla commozione.
George Saunders ha realizzato un’opera sublime, coraggiosa, un esperimento inedito e riuscitissimo, che lascia stupiti. Appena premiato con il Man Booker Prize, il più importante premio letterario britannico.

Recensione di Francesca Cingoli



Note Editore

"Molti anni fa, in occasione di una visita a Washington DC, una cugina di mia moglie ci indicò una cripta in cima a una collina e ci raccontò che, nel 1862, mentre Abramo Lincoln era presidente, il suo amato figlio, Willie, morì e fu temporaneamente sepolto in quella cripta, e che, secondo i giornali dell'epoca, Lincoln, prostrato dal dolore, si recò diverse volte alla tomba per stringere ancora il corpo del bambino. Immediatamente mi venne in mente un'immagine, una specie di ibrido tra il monumento del Lincoln Memorial e la Pietà. Mi sono portato dietro quell'immagine per i successivi vent'anni, troppo spaventato per intraprendere qualcosa che sembrava così profondo; e poi, finalmente, nel 2012, constatando che invecchiavo e non volendo essere quello sulla cui tomba ci sarebbe stato scritto 'Timoroso di imbarcarsi in uno spaventoso progetto artistico disperatamente ha desiderato provarci", decisi di provarci davvero, in una modalità esplorativa, senza impegno. Il mio romanzo, Lincoln nel Bardo, è il risultato di quel tentativo, e ora mi trovo nella famigliare circostanza di cercare di parlarne come se davvero ne avessi avuto il controllo." George Saunders, The Guardian




Prefazione

Il romanzo dell'autore americano più acclamato del momento.

"Un romanzo così intimo e umano. così profondo che sembra una benedizione." Financial Times

"Un libro che rimette in discussione la nostra idea di romanzo." Washington Post

"Profondo, divertente e pieno di vita, una riflessione sulla morte e sul potere. L'opera di un grande autore." Chicago Tribune

"Nelle mani di Saunders, ciò che è quasi impossibile appare facile e naturale. Siamo fortunati ad avere uno scrittore come lui." Jonathan Franzen

"Saunders è noto per i suoi racconti ma sta per diventare famoso grazie a questo romanzo." Foyles Charing Cross Road




Autore

George Saunders (Amarillo, Texas, 1958) è autore di una raccolta di saggi, Il megafono spento e delle raccolte di racconti Nel paese della persuasione, Pastoralia e Il declino delle guerre civili americane. Ha pubblicato racconti, articoli, reportage sul "New Yorker", "GQ" e "The Guardian" e ha vinto più volte il National Magazin Award. È stato incluso dal "New Yorker" nella lista dei "venti scrittori per il XXI secolo" e nel 2013 è stato insignito del Pen/Malamud Award, il più prestigioso premio statunitense per gli autori di short stories.










Altre Informazioni

ISBN:

9788807032547

Condizione: Nuovo
Collana: I NARRATORI
Dimensioni: 221 x 29 x 141 mm
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 347
Traduttore: Mennella C.





I vostri commenti al Libro

1 recensioni presenti.

31/10/2017 Di info
1 stelle su 5

Romanzo pretenzioso ma decisamente deludente



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