Il volume registra nella prima parte tutte le citazioni che la giurisprudenza romana, fino a Giustiniano, opera di Labeone (il più ricordato tra i giuristi di quell'età nel "Corpus Iuris") e nella seconda parte raccoglie tutti i frammenti delle "Epitomi", dei "Pithana" e "Posteriores libri". Queste opere pongono seri dubbi in tema di tradizione testuale e sui metodi di elaborazione delle scuole tardoclassiche e postclassiche: il "Riepilogo essenziale" che segue la "Introduzione" registra frequenze e varietà nelle "Inscriptiones" dei "Digesta" e può, forse, giovare a uno studio sulla tradizione delle opere labeoniana e, più in generale, sui problemi della rielaborazione antica delle opere dei giuristi precedenti.