In ebraico «voce» si dice e si pronuncia come la parola che significa «tutto». Questo gioco linguistico, così affine allo stile midrashico, è il punto di partenza di un percorso in cui si indagano le vicende di diverse «donne vocali» dalla Bibbia a oggi. Si creano così i presupposti per un'analisi del mondo femminile da una prospettiva culturale e sociale nel momento in cui si prende in considerazione la metafora «far sentire la propria voce». La voce è tutto, perché il canto è memoria e tradizione, espressione di sé e della propria storia. La voce è il mezzo per esprimersi, cantare, pregare e, in fondo, per sentirsi innanzitutto esseri umani, come auspicava in uno dei suoi storici scritti la battagliera Shulamit Aloni.