Il volume contiene un saggio scritto nel 1945/46 prendendo in esame le due opere principali di Ugo Spirito, "La vita come ricerca" (1937) e "La vita come arte" (1941). Pina Giuffrè riesce a mettere in relazione gli scopi fondativi del percorso di Spirito, ma soprattutto anticipa le traiettorie filosofiche che prenderanno vita e "parola" nella seconda metà del Novecento, assumendo un'impostazione fenomenologica che, oggi, a noi risulta come la naturale evoluzione del pensiero di Husserl e poi di Heidegger, ma che invece in quel primissimo e incerto dopoguerra in Italia non era affatto scontata.