Sartoriali sono per Lacan le geometrie che studiano lo spazio della soggettività. Campo di queste geometrie è la modellazione dell'abito in cui il soggetto abita o ha Casa. Oggetto della sartoria psicoanalitica è quindi lo spazio-vestito che non solo circonda e avvolge il corpo, ma lo innerva e lo anima internamente. L'essere-fuori in questo caso è anche un essere-dentro. Perciò una geometria dello psichico e dell'intimo non si può fare senza occuparsi di ciò che è "estensione". Allora - se si vuole capire quale sia "la stoffa" su cui lavora Lacan - diventa centrale il problema del cosa sia lo spazio, anche in considerazione dei diversi modi in cui l'argomento è trattato, sia nelle scienze fisico-matematiche, sia nella fenomenologia, sia nella psicoanalisi. Resta il fatto che, per Lacan, topografare lo spazio del soggetto significa cartografare lo spazio-del-desiderio. Questo paradigma lo ritroviamo illustrato anche nella concezione lacaniana dell'estetica e della figurazione pittorica. Parimenti, le geometrie del desiderio spiegano com'è articolato il rapporto spazio/corpo e su quale fondamento riposa l'etica del godimento. Spiegano inoltre cos'è il plus-godimento e come funziona la logica spettrale che presiede alla sua produzione industriale.