La ragazza di Pozzallo è un romanzo che affonda le proprie radici nella tradizione letteraria, cultura e terra siciliane. Il mare blu e il sole cocente dell'isola fanno da sfondo alle indagini dell'Ispettore Capraro, qui alle prese con un delitto che indurrebbe chiunque a credere nel suicidio della vittima, attorno al quale va infittendosi una rete di fatti criminosi. Un poliziesco, dunque, ma non solo; l'incontro con due clandestini sopravvissuti a un naufragio porta l'Ispettore a scandagliare la realtà infame che sta dietro l'immigrazione e "l'accoglienza", dove l'eterna necessità di fare sintesi tra chi vuole aiutare e chi non desidera lo straniero in patria produce una squallida burocrazia e, peggio ancora, offre il fianco alla cattiva società e alla speculazione. Oltre i fatti di sangue, attorno ai quali si sollevano lo sdegno e la morbosa curiosità dei media, esistono delitti taciuti, orribili, che vengono operati nei confronti di uomini, donne e bambini innocenti, i cui diritti, sogni e ambizioni vengono costantemente mortificati, repressi, negati. La scorrevolezza di queste pagine, vivacemente colorate dall'uso del dialetto, conquista il lettore, facendone parte attiva della storia, tra quesiti e dubbi che si sollevano; non mancano però le forti emozioni legate all'amicizia che si instaura tra l'Ispettore e i due immigrati, foriera di un'umanità nuova che in Sicilia trova terreno fertile per germogliare.