Il 12 aprile del 1961 l'ufficiale sovietico Jurij Gagarin compì il primo volo orbitale attorno al globo. Sette anni dopo, il 27 marzo 1968, Gagarin morì nel corso del collaudo di un aereo sperimentale, precipitando con l'apparecchio in un campo a trenta chilometri da Mosca. Questo volumetto sulla psicologia e il cosmo era già pronto e uscì, però, nel 1969, dopo la scomparsa di Gagarin. L'opera è da considerarsi ormai un documento «classico» della prima fase dell'astronautica, pervasa dal fascino dell'«epoca dei pionieri». È il fascino dell'ardimento quella «intelligenza laica dell'uomo» che un grande poeta italiano, Salvatore Quasimodo, esaltò come carattere essenziale del volo di Gagarin. Un'impresa che ha rappresentato una nuova tappa del moderno umanesimo, e non solo della moderna tecnica.