Nei tre studi su fondamento e intersoggettività, inconscio e spirito, dialettica e tempo, emerge che il principio della filosofia di Hegel non è la "conciliazione", come sostiene il punto di vista "logico-ontologico". Ammessa l'identità di pensiero ed essere, se nel pensiero la mediazione resta incompiuta e il medio impensabile, ogni unità, ontologica e logica, cade. Si avvalora per contro il punto di vista "antropologico". L'insanabilità delle fratture del sistema svela i limiti costitutivi dell'umano. I nessi dialettici di fondo, rivelandosi impensabili, "salti" e non "passaggi", attestano che l'umano è assoluto eccedersi. La ragione critica riconosce dentro di sé il suo limite, l'altro da sé, l'irrazionale, la potenza della "scissione".