Un cadavere rinvenuto nella villa comunale, la vittima è un personaggio non secondario nella vita politica di Napoli, aderente all'ala del fascismo duro e puro del defunto Aurelio Padovani e quindi dissidente dal fascismo di governo, amico del conte Marulli da poco nominato podestà della grande Sorrento, per volere dello stesso capo del governo, Benito Mussolini. Le analogie col delitto Matteotti sono subito evidenti, ma il commissario Nicola Ruffo, chiamato ad indagare sospetta che quelle analogie siano state volute per depistare le indagini. L'inchiesta non sarò facile poiché il clima in città non è dei più tranquilli. Il partito fascista stenta a prendere in mano le leve del potere e all'interno del fascio napoletano si combattono guerre intestine tra diverse fazioni. Bisogna indagare cercando di evitare lo scontro con esponenti del PNF, sebbene vi sia il sospetto che la genesi del delitto sia interna al gruppo dei maggiorenti del partito che non digeriscono l'investitura del conte Marulli piovuta da Roma, direttamente dal governo. Il nuovo podestà conta nemici a Napoli e nella grande Sorrento che è stato mandato ad amministrare...