"La Città del Sole" è uno dei massimi testi della letteratura utopistica di tutti i tempi, scritto da Tommaso Campanella nel carcere del Maschio Angioino in Napoli nel 1602 per rivendicare i veri contenuti della fallita rivolta antispagnola da lui guidata, a partire dall'abolizione della proprietà privata, fonte di ogni egoismo e a cui viene contrapposta la "spropriatezza", la comunanza dei beni e delle donne, come esigenza e mezzo per la eliminazione di ogni principio di disunione e di qualsiasi disuguaglianza. Lo Stato-comunità della Città del Sole si regge sull'adesione totale di ciascun individuo alle regole e ai costumi della collettività, è il vivere civile perfetto, è una società secondo ragione e, dunque, è anche la più confacente alla natura dell'uomo, è orizzonte di una dimensione politica e di una vita autenticamente umane.