La scrittura, l'impegno politico, le amicizie, l'esilio, il viaggio: elementi indissolubilmente intrecciati nel racconto di una vita avventurosa e affascinante come quella di Luis Sepúlveda. Da quando, ragazzino, i primi amori lo inducono a coltivare la passione per la poesia, Sepúlveda scopre che la letteratura che vale è quella che riesce a dar voce a chi non ha voce. Ripercorrendo una vocazione dalle molte sfaccettature, queste pagine intrecciano racconti di vicende personali, storie di lavoratori e delle loro lotte, grida di dolore per lo sfruttamento criminoso dell'ambiente, riflessioni sferzanti sulla crisi economica e rievocazioni di momenti condivisi con amici e «maestri». Emerge soprattutto il Sepúlveda «uomo»: i ricordi mai sopiti del difficile passato cileno, ma anche squarci di vita domestica. E su tutto la consapevolezza, sempre e comunque, di aver vissuto «una vita di formidabili passioni».