Forme vuote, sospese nello spazio e nel tempo, forano il paesaggio italiano come punti interrogativi. Sono innumerevoli i progetti infrastrutturali abbandonati durante la costruzione o anche conclusi ma mai messi in funzione a causa di appalti bloccati, mancate autorizzazioni o “semplicemente” perché il tempo ne ha decretato la fine. Aeroporti, ponti, dighe, strade, scuole, piscine, impianti sportivi, molti ospedali. La collina cosparsa di scheletri di villette a Palermo, l’autostrada piemontese che precipita in un campo, il complesso fantasma della Maddalena che non ospiterà mai il G8. Opere ambiziose, spesso firmate da architetti famosi, lasciate così come sono, tratteggiano sulla mappa dell’Italia i contorni di un paese invisibile.
Questo libro è il diario di viaggio in questo “altrove” che non si visita, che non compare nelle guide turistiche, che si fa segno concreto e simbolo di un’aberrazione, dal punto di vista estetico e sociale.
La pubblicazione accoglie più di cinquanta opere incompiute fotografate da Roberto Giangrande tra il 2016 e il 2019, edifici e opere infrastrutturali avvolti da una luce diafana, sbiadita, senza presenza umana, senza vita. Le sue immagini ci trasportano in una ricorrenza dell’assurdo dove il presente non esiste e la memoria dei luoghi non potrà più essere condivisa. Lo stesso oggetto libro, che ricorda con la sua sovraccoperta arancione la rete dei cantieri rimanda all’incompiutezza e solleva un interrogativo sul futuro di queste opere.
Scrive Roberto Ferrucci nella postfazione: «Mostrati l’uno dietro l’altro, gli incompiuti di questo libro scuotono i nostri sguardi distratti, forse ciechi, ci fanno – giustamente e necessariamente – sentire in colpa. Provano a farla invertire, la rotta, a far scaturire dal nostro profondo non più l’abitudine distratta e complice, ma l’indignazione».