La cultura occidentale immagina da sempre l'aria come popolata da invisibili presenze: messaggeri, dàimones, immagini informi generate dalle nubi, e persino i corpuscoli della luce hanno via via suggerito l'idea di un'impalpabile 'anatomia' dell'atmosfera, responsabile dei suoi processi di comunicazione e trasmissione nel tempo e nello spazio. La riflessione sul 'corpo degli angeli', che da S. Agostino e lo Pseudo-Dionigi si tramanda lungo la tradizione attraverso Shakespeare, Milton, Swedenborg, Blake o Poe fino ad abbracciare scienza, pittura, fotografia e cinema, alimenta incessantemente questo mito antropologico e ne consente la sopravvivenza sin dentro l'epoca contemporanea.