"Il silenzio di Rimbaud" inquieta la poesia europea da oltre un secolo, da quando ignorato da tutti il poeta spirava all'età di trentasette anni, il 10 novembre del 1891. Coloro che sono venuti dopo di Rimbaud, critici e poeti, non hanno potuto fare a meno di misurarsi con l'enigma incarnato dalla sua figura. L'unico poeta che abbia lasciato la poesia, la più nobile delle arti, per il mestiere "ignobile" del mercante, sotto l'implacabile sole africano. Spezzando, con questo suo agire, persino il mito dell'Oriente che i poeti della generazione precedente, Nerval, Baudelaire, avevano contribuito a creare. Uno dei più attenti e lucidi critici francesi del Novecento, Gabriel Bounoure, mette in questione questo silenzio, interrogandolo nel suo sottrarsi. Due saggi brevi, magistrali, che gettano una nuova luce sulla figura del grande poeta francese.