Il linguaggio è probabilmente la più importante delle capacità umane. È ciò che in sostanza significa essere umani. Eppure ne sappiamo molto poco, nonostante secoli di studi. Perché, sostengono Christiansen e Chater in questo saggio rivoluzionario, si è sempre partiti da un approccio sbagliato, da un clamoroso equivoco: la convinzione che le disordinate manifestazioni quotidiane del linguaggio non siano che «il pallido riflesso di una lingua ideale», pura, perfetta, razionale. Non è così. Al contrario, il linguaggio è il frutto delle nostre straordinarie capacità di improvvisazione, delle esigenze comunicative immediate e dell'innata natura collaborativa della nostra specie. E se c'è una struttura, essa è la conseguenza dello stratificarsi di innumerevoli comunicazioni attraverso generazioni e generazioni di parlanti. Tramite moltissimi esempi, aneddoti, citazioni, studi, gli autori ci conducono a comprendere la loro innovativa ipotesi, con un approccio in grado di unire rigore scientifico, multidisciplinarità e abilità divulgativa: "Il gioco del linguaggio" è una lettura capace di sorprendere a ogni pagina. E infine di convincerci che la più rilevante invenzione umana non è affatto un'invenzione, ma un prodotto prezioso quanto accidentale della nostra natura e della nostra storia.