Non c'è aspetto della vita di Leonardo che non implichi un denso mistero. Questa volta non di macchine per volare si parla, né di dipinti gelosamente custodi in collezioni private. Si parla di un piccolo compendio di ricette, annotazioni di galateo a tavola, regole igieniche del tutto nuove per l'epoca, attribuito al grande artista-scienziato. Di questo testo, detto Codice Romanoff, sarebbe giunta soltanto una trascrizione. Eppure questo materiale "inesistente" di tracce ne ha lasciate molte ed è la testimonianza che Leonardo fu cerimoniere, organizzatore di banchetti, cultore e coltivatore di erbe medicinali e di spezie culinarie. Fu anche cameriere, per pagarsi la scuola del Verrocchio e la vita a Firenze, lui spiantato come i ventenni d'oggi, e poi con Sandro Botticelli gestore dell'osteria "Le Tre Rane" ai piedi di Ponte Vecchio. Sperimentatore di una cucina molecolare anzitempo e inventore di macchine culinarie stupefacenti, Leonardo ha lasciato testimonianze di questa sua passione, codice o non codice. Ed è da queste certezze che muove la nostra narrazione, una storia che ci porterà tra le cucine maleodoranti della Firenze rinascimentale, tra avvelenamenti e sperimentazioni, e poi nei secoli più vicini a noi, attraverso la complessa storia nella Storia, in cui le tracce di Leonardo sempre si perdono e si ritrovano.