Costante è stata l'attenzione di Ricoeur al tema della pena, nel suo versante teologico (chi commette peccato? chi giudica e condanna?), filosofico (l'intrecciarsi di male subìto e commesso) e politico-giuridico (come sanzionare il colpevole senza comminare inutili sofferenze?). Nei saggi qui per la prima volta tradotti, che coprono l'arco dell'intera riflessione ricoeuriana, vediamo all'opera il respiro ermeneutico del filosofo: partire dalle evidenze per mostrare i reconditi significati del "diritto di punire", un diritto che, se non riflessivamente sorvegliato, rischia di rovesciarsi nell'opposto; non riparazione di un danno, ma perpetuazione, anche involontaria, del male fisico e morale.