È ormai raro, purtroppo, che un libro possa unire insieme le facoltà di intrattenere, istruire e divertire. In "Facce, media e parolacce" queste tre componenti non soltanto si legano tra loro con armonia e discrezione, ma fanno sì che, prosa dopo prosa, queste pagine si manifestino sia come momento di riflessione intorno ai cambiamenti della società e della cultura, sia come considerazione sullo stravolgimento della lingua italiana a favore di inutili anglicismi o neologismi paradossali; ma anche come ironica valutazione su improbabili "esodi" o su "punti di riferimento" talmente inflazionati da essere alla fine tutto meno che possibilità di riferimento... È pur vero che, già nel '700, l'illustre grammatico Melchiorre Cesarotti avvertiva: l'uso fa la legge qualunque siasi, quando sia universalmente comune agli scrittori e al popolo, stabilendo quindi che il mutamento del "parlare" e dello "scrivere" è inevitabilmente inarrestabile... ma è altrettanto vero che, mentre il mutamento avviene, è possibile avvertire (e avvertirci) su come a volte quella trasformazione rischi di mostrare lati assurdi, spesso ridicoli, a volte stupidi... Ed è proprio contro l'assurda stupidità che sta travolgendo la nostra lingua e il nostro modo di comunicare che Sergio Nave spezza non una ma 100 lance, 100 quante sono queste prose, in cui intelligenza, cultura, raffinatezza, parodia, ironia, attraversano con sguardo acuto modi di dire e di fare, invasioni, usi e abusi linguistici...