Colpito da una pallottola in fronte a trentuno anni, durante la terza battaglia dell'Isonzo, Renato Serra non era consapevole del prezioso contributo che il suo approccio avrebbe dato alla nostra letteratura. Di indole pigra, inconcludente, scontroso, restio alle scadenze lavorative, d'animo riservato, scettico verso la comune opinione, Serra resta una delle figure più complesse del Ventesimo secolo. In lui c'è l'assidua ricerca di un'identità non soltanto letteraria, ma principalmente umana, che lo pone in uno stato di permanente disadattamento con la vita e con il mondo. Il suo è uno sguardo limpido e assoluto sulle cose, risolto con l'onesta lucidità intellettuale della ragione che si realizza in un'inesorabile incertezza dei principi capaci di governare le azioni umane. Esame di coscienza di un letterato riproposto in quattro lingue in un'unica edizione, è un discorso aperto sul senso di prendere parte alla guerra, sulla coscienza morale e sulla necessità di essere contemporanei. Introduzione di Dario Pontuale.