Il Navigante si perde e si ritrova, ascolta immensi silenzi e il brusio delle parole moderne, penetra nelle pieghe profonde dell'anima e si immerge negli abissi del mare fino a toccare il dolore della nostra miseria. E impara, anche, a guardare il mondo con occhi nuovi e a trovare il bello un po'dovunque, accettando la piccolezza umana. Perché, se "non siamo / che un istante / nello spazio /infinito / del tempo", ci resta comunque la suprema consolazione di sapere che siamo anche "Anelli /di una catena / d'amore. E che alla fine di noi tutti rimarrà l'amore che abbiamo dato e ricevuto, destinato a diventare una potente energia spirituale capace di trasformare gli incubi i sogni facendoli volare come bianche colombe nei cieli. (Nicoletta Sipos)