Fin dalle origini l'uomo ha disegnato carte nel tentativo di rappresentare il mondo. I mappa mundi medievali, con la raffigurazione di Gerusalemme al centro, erano a un tempo immagini dell'ecumene e testimonianze di fede. L'impulso alla cartografia spesso proveniva dai naviganti. La storia attesta, infatti, che gran parte dei traffici mercantili seguivano le vie del mare, e le fragili navi del tempo richiedevano carte che indicassero la direzione. Era necessario conoscere porti sicuri, rotte percorribili, fondali attendibili, ostacoli alla navigazione e così via. Un'ulteriore importante valenza della cartografia discendeva dall'esigenza di definire con chiarezza le terre scoperte attraverso la rappresentazione topografica, per poterne affermare il possesso. A piccola scala, le carte illustrano la distribuzione del territorio tra le varie nazioni, in particolare per effetto di insediamenti conseguenti a una guerra oppure a conflitti tra conquistatori e indigeni. A livello locale, le mappe possono attestare la proprietà di piccole frazioni di territorio come - molto più chiaramente che altrove - testimoniano gli avvenimenti nel Nuovo Mondo. I monarchi europei concedevano la proprietà di vaste estensioni di terra ai propri emissari affinché fondassero colonie. I confini, per quanto a volte suggeriti da elementi morfologici prominenti (per esempio grandi fiumi), il più delle volte erano arbitrari. Tali emissari successivamente suddividevano il territorio tra i coloni...