Partendo dalla premessa che blu sia il colore dell'Occidente e del pensiero occidentale, il libro indaga la particolare avventura di questo colore nella moderna lirica tedesca, inaugurata dal "fiore azzurro" di Novalis che Heine, con la sua ironia, inconsapevolmente salvò per la modernità. Così, il blu supera il suo ruolo di simbolo, fino a creare nuovi cieli nelle "Elegie duinesi" di Rilke; in forma di "azzurra dissonanza" configura i versi di George Trakl ed Else Lasker-Schüler; dischiude la malinconia fino a uno struggente "bleu mourant" nei versi di Gottfried Benn; delinea un meridiano di speranza nelle poesie di Paul Celan, ogni volta protestando, in nome della poesia, la sua vocazione utopica.