Segretario della sezione del Pci «Palmiro Togliatti» di piazza dei Mille nei primi anni Settanta, l'autore ha conosciuto alcuni dei protagonisti del racconto che, tra realtà e finzione, si snoda tra osterie, vicoli e piazzette dei quartieri mantovani Fiera e porto Catena. In quel microcosmo popolare, descritto con adesione affettuosa e indagato con sguardo sociologico, anarchici, socialisti e comunisti vivono i mesi, esaltanti e drammatici, del sogno rivoluzionario e della violenta reazione fascista. La fine della guerra ha portato con sé rancori, speranze e delusioni. L'aspirazione a «fare come in Russia» s'intreccia con il malessere di migliaia di ex combattenti che male si adattano alla vita civile e non trovano un'occupazione. Scioperi e agitazioni contrassegnano il «biennio rosso» (1919-1920) cui seguirà un biennio nero. Tra i socialisti regna la confusione e un'aspra lotta tra le correnti, mentre sull'onda della rivoluzione bolscevica nasce il partito comunista. Il popolo della sinistra assiste, quasi senza combattere, alla disgregazione dello stato liberale e alla vittoria del fascismo.