Il volume offre un inedito sguardo sull'Astrattismo e l'Informale attraverso le scelte del collezionismo aziendale Olivetti e quello della Città di Ivrea, a testimonianza di un clima culturale storica-mente fondato sul dialogo e sul confronto tra pubblico e privato. I linguaggi che hanno dato vita a queste due luminose costellazioni dell'arte del Novecento, sono documentati dalle 90 opere illustrate nella pubblicazione. Il libro inizia con le opere di Picabia, Balla, Kandinskij e Miró, con rimandi al Futurismo e alle radici dell'Astrattismo. Alla seconda metà degli anni cinquanta risalgono le opere di Eva Fischer, Ennio Morlotti e Tancredi Parmeggiani. Le due collezioni si intrecciano, registrando un'attenzione tesa a recepire il dinamismo della scena locale, come testimoniano i dipinti di Annibale Biglione e Filippo Scroppo, fondatori della sezione torinese del Mac-Movimento Arte Concreta a Torino e l'interesse per i grandi protagonisti internazionali dell'Informel, tra i quali Pierre Alechinsky e Hans Hartung, con lavori degli anni sessanta. Il catalogo è il quinto della collana «Olivetti e la cultura nell'impresa responsabile», legata all'omonimo ciclo espositivo presentato nelle sale del Museo Civico Garda di Ivrea. Segna una nuova tappa nel percorso di valorizzazione della raccolta di opere d'arte Olivetti e del patrimonio storico dell'Associazione Archivio Storico Olivetti.