In una recedente raccolta, Anna Maria trepaoli definiva il tempo "agghiacciante ossessione", qui lo considera come un "vestito", un involucro provvisorio, una premessa all'infinito sviluppo della vita. Il messaggio che l'autrice consegna a questo libro è un viatico di fede, di persuasione e di stupore per l'epifania dell'assoluto, che si manifesta in ogni atto dell'esistenza. Come il seme da cui cresce rigogliosa la pianta, o la sorgente che dà origine al fiume e sfocia nel mare, il tempo umano ha il suo fine naturale nell'eternità. Non è perciò così folle l'anelito dell'uomo se aspira a Dio, aberrante è invece il gesto che disprezza e annienta il dono della creazione.