«Proprio Nietzsche si avvaleva del componimento poetico per far sì che il suo pensiero non rimanesse limitato al logos (ragione), ma neppure fosse prigioniero del mythos (racconto fantastico). L'autore sembra in qualche modo fare suo questo pensiero, infatti i suoi versi sono sempre in bilico tra il desiderio ardente di comprendere, e quindi di razionalizzare ciò che accade attorno e dentro di lui, e l'ebrezza del lasciarsi andare al racconto irreale, dove divinità e paesaggi mitici affascinano grazie anche all'uso di termini aulici e preziosi che compongono una sorta di canto ammaliatore che, alla stregua delle Sirene dell'Odissea, soggioga chi legge trasportandolo in un'altra realtà più pura, più alta.» (dalla Prefazione)