Nonostante sembri facile, fare un’intervista è una delle attività più difficili per un giornalista. E non è sufficiente limitarsi a non sbadigliare davanti all’intervistato. Per comprendere appieno tutta la difficoltà, basta leggere l’ultima fatica di Manuela De Leonardis, che uscirà in libreria il prossimo mese di Aprile. A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia (Postcart Edizioni, 2013) sarà il terzo volume dedicato alle interviste della giornalista romana, già collaboratrice di DROME, “il manifesto”, “Alias”, “Exibart”, “CultFrame”, “LuxFlux”. Dopo A tu per tu con i grandi fotografi (2011) e A tu per tu con grandi fotografi e videoartisti (2012), questa volta sarà il turno di celebrità quali Guido Guidi, Mona Hatoum, Myriam Laplante e Luigi Ontani.
Il metodo di lavoro dell’autrice potrebbe essere classificato come vecchia scuola: tutte le interviste sono rigorosamente faccia a faccia, sono state dapprima registrate, poi trascritte, poi sistemate, poi approvate dagli intervistati. Le domande cercano il più possibile di esplorare l’opera e la personalità dell’artista, perciò vengono poste in modo da lasciar parlare l’interlocutore, pur dando al lettore maggiori informazioni biografiche. Si potrebbe obiettare: ma in tempi di crisi, in una società iper-tecnologica come la nostra, ha ancora senso prendere l’aereo per fare un’intervista, quando si potrebbe inviare un’email? La risposta la fornisce la scrittura di Manuela De Leonardis: sì, ne vale la pena, perché solo una relazione faccia-a-faccia permette all’intervistatore di interagire con l’intervistato, di poter portare la conversazione ad un livello più maturo e profondo.
Dal punto di vista della professione giornalistica, la trilogia di Manuela De Leonardis – ma nessuno esclude che possa diventare presto una quadrilogia – è perciò un esempio di modalità lavorativa in via di estinzione. Inoltre, essendo curiosa come una bambina di sei anni, l’autrice non perde occasione per descrivere aneddoti e storie divertenti, mettendo sempre al primo posto la soddisfazione di chi legge.