«Con "E cunte campani pe' gruosse 'e piccërille" di Aurelio De Rose, siamo al cospetto di una produzione letteraria, che potrebbe diventare perfino una presenza significativa nei percorsi di educazione e formazione dei bambini e dei giovani, oltrechè punto comune di riferimento culturale, nel segno del recupero di una gloriosa tradizione narrativa, colta e popolare, esibita, in prevalenza, per aspetti linguistici, etnografici e folclorici. De Rose, qui, ci propone dei contacunti capaci, narratori abili a riaccendere l'eterno conflitto umano tra crediti della fantasia e debiti della realtà, anche se, talvolta, gli insegnamenti dei cunti diventano incerti tra le varie e contraddittorie sollecitazioni della vita, ribaltanti, spesso, la dinamica della morale con scardinanti effetti beffardi. Ciò nonostante, che fiaba sia!». Prefazione di Giuseppina Scognamiglio.