Capo Arena, un vecchio cannoniere, custode di una nave da guerra in disarmo, rivive, come in un sogno, un tragico episodio di guerra. L'otto settembre 1943, la corazzata si trova a Pola, già da tre mesi inefficiente. Per evitare che possa cadere in mano ai tedeschi, il Comando Marina decide di farla partire. Il comando della nave è affidato ad un capitano di fregata, venuto a Pola per riconciliarsi con un figlio, marinaio a bordo della corazzata. La nave salpa da Pola, ma durante la navigazione, data la mancanza d'istruzioni si presenta il dilemma: continuare la navigazione o autoaffondarsi. Il comandante decide di continuare la navigazione ma parte dell'equipaggio, sotto la guida di suo figlio, si ribella e ferma la corazzata. Segue un colloquio tra padre e figlio, e il comandante riesce a convincere il figlio della necessità di fare ogni sforzo per cercare di salvare la nave. Intanto però la nave viene attaccata e il comandante è ferito mortalmente: un siluro provoca l'allagamento di un locale dove stanno ai loro posti sette uomini, tra i quali il figlio del comandante. Per salvare la nave, Capo Arena, chiude il portello stagno, togliendo ai sette ogni possibilità di scampo.