• Genere: Libro
  • Lingua: Italiano
  • Editore: Silvana
  • Pubblicazione: 02/2012

WILDT. L'ANIMA E LE FORME TRA MICHELANGELO E KLIMT

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TRAMA
Inquieto, eccessivo, Adolfo Wildt (Milano, 1868-1931) è il fastoso crepuscolo della scultura, se per scultura s'intende l'antica opera sul sasso, il colpo, e la pazienza della levigatura. Coltissimo e estremo anche nel virtuosismo, è l'ultimo maestro, con quel tanto di artigiano, di umile mestiere che sta nella parola, ma anche di alto e reverente. All'arte del marmo ha dedicato l'ultimo trattato e l'ultima scuola, dove accanto ai corsi d'accademia dava per prima cosa da scolpire un uovo, nocciolo di una forma esatta trasformata in senso, e stranamente analogo, anche nell'umile ripetizione dell'esercizio, a quell'"Inizio del Mondo" con cui il genio arcaico di Brancusi, cancellando in un gesto ogni storia e ogni stile, inaugurava a Parigi l'alba di un'arte nuova. Wildt, invece, a Milano salvava tutto: stile e storia, simboli e letteratura, dei, eroi, santi, celebrazione e monumento. Estraneo al mondo delle avanguardie e altrettanto a disagio nel conformismo artistico del primo Novecento, Wildt corrispose a fatica col suo tempo e quasi nulla con quelli successivi, ma è forse proprio in questo solitario anacronismo il salto che lo collega al nostro tempo: in questo suo essere tutto e senza luogo, classico e gotico, manierista e barocco, frammentario e giustapposto come le fotografie dei monumenti antichi che Aby Warburg, nella biblioteca di Amburgo, accostava allora su quelle tavole dove andava fondando un altro senso dell'arte e della storia.

NOTE LIBRAIO
Adolfo Wildt (Milano, 1868-1931) è il genio dimenticato del Novecento italiano.<br />Per lungo tempo, nonostante i riconoscimenti e la fama raggiunti in vita - gli fu assegnata per chiari meriti la cattedra di scultura nella prestigiosa Accademia di Brera a Milano e fu nominato Accademico d'Italia - il suo apprezzamento da parte della critica è rimasto controverso. Solo ora si torna finalmente a considerarlo tra i massimi scultori del Novecento.<br />Estraneo al mondo delle avanguardie e anticonformista, capace di fondere nella sua arte classico e anticlassico, fu criticato sia dai conservatori - che non apprezzavano i contenuti ancora pervasi dal Simbolismo e le scelte formali caratterizzate da richiami gotici ed espressionisti - sia dai sostenitori del moderno, che mettevano in discussione la sua fedeltà alla figura, la vocazione monumentale, il continuo dialogo con i grandi artisti del passato e la sua predilizione per il marmo.<br />Questi aspetti, uniti all'incredibile eccellenza tecnica, esercitano oggi su di noi un fascino nuovo che la grande mostra documentata in questo catalogo può finalmente restituire. Sono per la prima volta radunati insieme una serie di straordinari capolavori di Wildt che ricostruiscono il percorso completo della sua produzione sia scultorea sia grafica. Le opere sono messe in relazione con quelle degli artisti - pittori e scultori - del passato e sia con i moderni con cui si è intensamente e originalmente confrontato. Il volume si qualifica come un'opera editoriale completa e aggiornata, imprescindibile riferimento per chi desidera conoscere e approfondire la bellezza essenziale e inquietante delle sculture di Wildt.

ALTRE INFORMAZIONI
  • Condizione: Nuovo
  • ISBN: 9788836622559
  • Collana: CATALOGHI DI MOSTRE
  • Formato: Brossura
  • Pagine Arabe: 384